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Lorenzo e la corsa ritrovata: una storia semplice e sorprendente
Lorenzo correva da anni. Per lui la corsa non era solo allenamento: era respiro, libertà, un momento tutto suo.
Le sue uscite erano regolari, costanti, e gli davano la sensazione di “staccare” da tutto.
Ma, dopo una serie di allenamenti più intensi del solito, qualcosa cambiò.
Il fastidio che non se ne andava
Cominciò con un leggero fastidio al ginocchio destro.
Niente che lo fermasse davvero, ma abbastanza da farsi sentire ogni volta che aumentava il ritmo.
Lorenzo pensò fosse normale: “Corro tanto, ci sta”, si diceva.
Il problema era che quel fastidio non passava.
L’occhio attento dell’allenatore
Un pomeriggio, mentre correva insieme al suo gruppo, l’allenatore lo osservò più da vicino.
Qualcosa nel passo di Lorenzo non lo convinceva.
Alla fine dell’allenamento gli disse:
“Vai da uno specialista. Non per spaventarti, ma per essere sicuri che non ci sia nulla di serio.”
Quella frase – prudente e rassicurante – bastò per convincerlo a fare un controllo.
La visita specialistica
Durante la valutazione, lo specialista lo fece camminare e correre su un breve tratto e analizzò l’appoggio dei piedi con attenzione.
Alla fine sorrise:
“Buone notizie: non c’è nulla di preoccupante. Soltanto un appoggio che andrebbe equilibrato meglio.
È probabilmente questa piccola cosa a causarti il fastidio.”
Lorenzo si sentì sollevato.
La proposta inaspettata
Lo specialista gli suggerì una soluzione semplice: dei plantari artigianali su misura, creati per adattarsi esattamente al suo piede e al suo modo di correre.
Lorenzo rimase stupito.
“Plantari? A me? Non avrei mai pensato potessero fare la differenza…”
Lo specialista spiegò che non servono solo per problemi seri, ma anche per migliorare piccoli fastidi che si accumulano nel tempo.
Lorenzo decise di provarli, quasi per curiosità.
I piccoli cambiamenti che fanno la differenza
Le prime corse con i plantari non portarono cambiamenti clamorosi.
Ma qualcosa si muoveva.
Dopo una settimana, il fastidio era meno presente.
Dopo due, compariva sempre più raramente.
Dopo un mese, Lorenzo correva con più fluidità e una nuova sensazione: stabilità.
Non si era mai accorto di quanto il suo appoggio fosse “disordinato”.
Era così abituato al suo modo di correre che non immaginava potesse essere diverso.
La corsa ritrovata
Oggi Lorenzo corre come prima, ma con una differenza fondamentale: riesce a godersi ogni passo, senza quel piccolo fastidio che gli rubava energia e concentrazione.
“Pensavo che i plantari fossero solo per chi ha problemi seri.
Invece mi hanno aiutato a risolvere qualcosa che consideravo normale.”
Un cambiamento semplice, ma che gli ha restituito il piacere della sua corsa.
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